In Libia fuoco amico della Nato sugli insorti

I tragici errori e gli effetti collaterali si moltiplicano, la confusione è totale sul piano politico e anche sul piano militare, la sarabanda delle notizie impedisce di capire quale notizia sia vera e quale sia propaganda. Uno scenario già visto, in Serbia e Kossovo. E un altro che si affaccia mano a mano che la situazione si imputtanisce e Gheddafi non cade: un nuovo Iraq. Anche per via dei «contractors» – americani della Cia, inglesi delle Sas, francesi, spagnoli, arabi… – che sembra ormai certo operino sul terreno per togliere l’ultima foglia di fico alla «guerra umanitaria» e aggirare la risoluzione Onu che esclude l’invio di «boots on the ground».

il manifesto

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