23 febbraio 2012 — pagina 52 sezione: Cultura
Enzo Sellerio chiese perdono, un giorno, per la sua Sicilia così poco sicula. «Manca la lupara, ma anche la tonnara e la zolfara…».
Mancano i fichi d’india, magari di cartapesta come quello che zu’ Natalì, fotografo palermitano di gran scorza, portava nel bagagliaio dell’auto per piazzarlo di fianco al cadavere del morto ammazzato di mafia, «perché senza fico d’indiai giornali poi non mi comprano la foto». Quella Sicilia da esportazione, da cartina delle arance o da romanzo criminale, Sellerio l’editore, Sellerio il fotografo, Sellerio l’intellettuale non la spacciò mai, né con le sue immagini, né con i suoi libri.