Cura e politica democratica. Alcune premesse fondamentali

Joan Tronto
Cura e politica democratica. Alcune premesse fondamentali*

Abstract
Il concetto di cura è complesso. Berenice Fischer e io ne abbiamo offerto la più ampia definizione nel 1990: “Al livello più generale, suggeriamo che la cura venga considerata come una specie di attività che include tutto ciò che noi facciamo per conservare, continuare e riparare il nostro ‘mondo’ in modo da poterci vivere nel miglior modo possibile. Quel mondo include i nostri corpi, noi stessi e il nostro ambiente, tutto ciò che cerchiamo di intrecciare in una rete complessa di sostegno della vita”. Sebbene la nostra definizione sia spesso criticata per la sua eccessiva ampiezza e non ci sia accordo attorno alla definizione stessa del termine «cura», la maggior parte dei pensatori che se ne occupano sono ora disposti a riconoscere che essa può essere fornita al sé, e che può comprendere intime azioni di assistenza così come «l’importanza di ciò che ci sta a cuore».
Così, credo sia utile, in particolare a un più ampio livello teorico, usare questo concetto di cura. E data poi la centralità della cura, come un’attività della vita umana, sembra che essa possa essere un importante strumento concettuale per qualunque genere di teoria politica elaboriamo. Anche se i teorici minimizzano il ruolo della cura escludendola dalla vita politica (come frequentemente è accaduto nel pensiero politico occidentale per via della rigida separazione tra vita pubblica e privata), ogni teoria politica deve prenderla in qualche considerazione. Ciò che diviene essenziale è allora un’analisi delle dimensioni della cura, delle dinamiche di potere insite in ogni relazione di cura, nonché del più ampio contesto che modella tali preoccupazioni […].

Società Italiana di Filosofia Politica

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