Canfora: “Viene in mente la novella di Boccaccio su frate Cipolla e la piuma dell’Arcangelo Gabriele”

Ha confutato l’autenticità del papiro di Artemidoro, avallata da uno studioso della statura di Salvatore Settis, col piglio diresti giocoso che è una sua maniera amabile o insopportabile – dipende dalla posizione dell’interlocutore – di evitare la pomposità accademica senza evitarne affatto l’autorevolezza, la dottrina. Luciano Canfora, filologo classico dotato di una vivacità polemica pari alla brillante capacità di narratore, accetta subito di commentare la nuova scoperta relativa alla Sindone e alla sua datazione fatta dallo studioso francese Thierry Castex e divulgata dalla storica italiana Barbara Frale nel libro I templari e la Sindone di Cristo appena pubblicato dal Mulino (vedi sulla Stampa di ieri l’articolo di Mario Baudino «La Sindone è vera. Vi spiego perché»).

La nuova scoperta, dunque…
«Se lei la chiama scoperta, l’ammiro».

Sono i due studiosi a chiamarla così. Sostengono che una scritta in caratteri ebraici e in lingua aramaica rinvenuta solo ora sulla Sindone la daterebbe a un periodo anteriore al 70 d. C. Come mai? Perché dopo quella data, ci informano, l’aramaico smise di essere parlato.

 

MARIA GIULIA MINETTI

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