di LAURA LARCAN
Sul recto presenta un’aquila ad ali aperte che stringe negli artigli una lepre, sul verso rivela un granchio e un pesce. E’ tutta d’oro, è spessa tredici millimetri e pesa 1,74 grammi. E’ la “moneta di Akragas”, datata tra il 407 e il 406 a. C. esemplare unico al mondo perché è “l’ultima coniatura di monete auree akragantine prima della distruzione della città da parte dei Cartaginesi e sulla cui esistenza storici e numismatici avevano a lungo dissertato e polemizzato”. Ed è lei, chiamata “la piccola Akragas”, la protagonista assoluta del nuovo libro di Andrea Camilleri, appena uscito nelle librerie dal 19 gennaio edito da Skira per la collana narrativa. Star di una storia che Camilleri dipana, nel suo inappuntabile stile, sulle note intriganti di un giallo che avvince e diverte dalla prima all’ultima riga, ma che allo stesso tempo svela un piccolo grande tesoro dell’archeologia siciliana realmente esistente (tant’è che oggi l’esemplare è custodito al British Museum di Londra).