Per chi scrive romanzi, mettere al centro della propria opera un musicista del passato non dovrebbe essere diverso dal mettervi un qualunque altro personaggio storico; a parte il fatto che, probabilmente, i musicisti sono meno noti al grande pubblico (con alcune eccezioni). D’altra parte, nel ricreare il mondo di un compositore del passato, anche il più celebre, il romanziere si trova a fronteggiare una difficoltà specifica: come si presenta la musica sulla pagina stampata? Non mi riferisco, naturalmente, alla forma dello spartito, ma piuttosto alla necessità di trasportare il mondo sonoro di un’epoca storica nel mondo verbale del romanzo: è un’impresa possibile? […]
Rita Charbonnier conosce la musica e ha una naturale affinità con le composizioni di Mozart, e questo è stato il punto di partenza del suo romanzo d’esordio; scoprire poi che il Maestro aveva una sorella sconosciuta e di grande talento ha messo in moto la sua immaginazione creativa. […] Nannerl Mozart, le sue frustrazioni e le limitazioni imposte dal suo sesso sono i temi centrali dell’opera, ma la sfida più importante dell’autrice (secondo le sue parole) è stata affrontare “Mozart, un grande personaggio le cui vicende biografiche e artistiche sono note a moltissime persone. Dovevo decidere dove porre la linea di confine tra realtà e finzione. Non sapevo se mettermi nei panni del restauratore, che colma le parti mancanti del quadro tentando di ridipingerle com’erano all’inizio, o piuttosto dell’architetto, che costruisce un edificio nuovo sui pilastri del vecchio. Alla fine ho scelto questa seconda strada, ma con molta fatica emotiva.”
In una scena de La sorella di Mozart, Nannerl è rabbiosa e depressa perché le è appena stato detto che deve stare a casa e dare lezioni di pianoforte per sostenere la famiglia, mentre suo padre e suo fratello faranno un viaggio in Italia. Da un suo confronto con il più giovane e impetuoso Mozart si evidenzia il carattere del grande compositore, per come Charbonnier l’ha immaginato, e il suo rapporto con la sorella.