Livorno. La Toscana che sorprende

Meno battuta di illustri e scomode vicine ricche d’arte e di tradizione, ha a sua volta molto da offrire. E in questi anni sta vivendo una fase di grande rilancio

“Se fossi un livornese, di quelli veri che dicono “deh” e parlano a mano aperta, muovendo le dita, come per far vedere che nelle loro parole non c’è imbroglio, vorrei star di casa in qualche Scalo della Venezia…Che bella vita sarebbe, che vita semplice e felice”. Di tutti i “maledetti toscani” descritti da Curzio Malaparte, i livornesi sono i più veraci e meno snob, gente di mare che alla puzza sotto al naso di fiorentini e senesi contrappone quella acre, più vera, che sale dal porto. E lo fa con orgoglio. Il fascino della più giovane delle città toscane sta tutto qui, in quel suo cuore rosso e instancabile, talmente vivo da aver ispirato alcuni tra i migliori prodotti artistici italiani degli ultimi anni, dai film di Paolo Virzì alle canzoni di Bobo Rondelli ai libri di Silvia Avallone, talmente combattivo da aver ricevuto, nel 1906, la medaglia d’oro come “Benemerita del Risorgimento nazionale”.

Sara Ficocelli

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