La madre del presidente Obama, Ann, con il piccolo Barack travestito da pirata
WASHINGTON – ERA un’incosciente realista, una sognatrice pragmatica, una brava ragazzina della Grande Prateria sedotta dall’inquietudine del mondo oltre gli orizzonti infiniti del Kansas e i campi di pannocchie tra le quali era nata. Era la madre di Barack Hussein Obama. Una donna scandalosa che ha prodotto lo scandalo politico con il quale ancora oggi non tutta l’America si è davvero riconciliata. Il primo capo dello Stato meticcio, bianco e nero, afro e anglo, nella storia degli Stati Uniti.
Anche dopo due anni e mezzo di presidenza, rievocazioni filiali, ricerche e lunghissimi articoli, la storia di Stanley Ann Dunham coniugata Obama, poi coniugata Soetoro, poi destinata a morire “single”, rimane un mistero di psicologia umana, e femminile, che neppure la ricostruzione dei fatti e l’uso elettorale fatto di lei dal figlio con la tragedia della sua morte per cancro alle ovaie, hanno davvero mai illuminato. Ci ha provato, ora, Janny Scott, scrittrice e reporter per il New York Times che ha consumato tre anni di lavoro e ore di interviste anche con Barack Obama per strappare finalmente la ragazzina del Kansas all’agiografia politica o alle insinuazioni malevole di chi odia suo figlio.