Indro e Silvio, una telenovela

Raccolti in volume gli articoli di Montanelli sull’avventura politica del Cavaliere. Il duello (quasi epico) tra il giornalista e il suo ex editore

Indro Montanelli
VE LO AVEVO DETTO. BERLUSCONI VISTO DA CHI LO CONOSCEVA BENE
Rizzoli
pp. 179, € 12

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una volta si facevano tanti dibattiti sul tema: «Può un giornalista essere scrittore?». Lo so che, detto in questo modo, può far venire in mente i dibattiti nelle case del popolo toscane che ogni tanto Roberto Benigni ama ricordare («Compagni e compagne, l’argomento della nostra discussione odierna è: “Pole la donna essere uguale all’omo?”»), ma le cose andavano così.

Adesso abbiamo la risposta a quell’annosa querelle: «Pole un giornalista essere uno scrittore?». La risposta esatta è: «Sì, se il giornalista è Indro Montanelli». E se qualcuno non vuole chiudere la questione qui, possiamo aggiungere un’altra cosa. Molti anni fa lo scrittore colombiano e premio Nobel Gabriel García Márquez si sottopose pazientemente a una raffica di domande postegli dal suo vecchio amico Plinio Mendoza, che voleva scrivere un libro su di lui (Odor di guayaba). Márquez rispose a tutte le domande con generosità. Solo davanti a una ebbe un’esitazione, cominciò a guardare fuori dalla finestra e rimase zitto. La domanda di Mendoza era: «Gabo, c’è una storia altrui che avresti voluto scrivere tu?». Quando, visto il silenzio dell’amico, Plinio stava per passare a un’altra domanda (temendo di avere infranto involontariamente un comandamento letterario: «Non desiderare la storia d’altri»), Márquez si riscosse dal mutismo e rispose: «Sì, c’è una storia non mia che avrei voluto scrivere io, Il generale Della Rovere».

Antonio D’Orrico

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