26 luglio 2011 — pagina 1-29 sezione: PRIMA PAGINA
CONCEDE al fotografo il suo sorriso giocondo, un sorriso insinuante, ammiccante, compiaciuto, ed è la prova che non bisogna credere alle facce, che i mostri non sono mostruosi. Che Lombroso aveva torto e che la fisiognomica non è una scienza. Visto così, dal finestrino dell’ auto che lo porta in tribunale, Breivik è l’ uomo più contento del mondo, soddisfatto di sé, non ha nulla di torvo o di arrabbiato, non ha la tenebrosità del diavolo né quegli occhi di ghiaccio che molti gli hanno attribuito senza neppure guardarlo in faccia. È felice di star lì, di essere diventato famoso, pensa di avere agito bene, di meritarsi finalmente gli occhi del mondo. Ed è moderno, Breivik, perché è l’ apoteosi di Andy Warhol, del favoloso criminale che si è scolpito nel marmo il suo quarto d’ ora di popolarità, ha trasformato i suoi quindici minuti in un’ eternità. E dunque sorride perché sa che la sua faccia e il suo sorriso resteranno indelebili nella storia e cancelleranno la faccia dell’ uomo che ha ammazzato Kennedy, la faccia dell’ attentatore del Papa e del killer di Versace, il norvegese è sicuro di non avere rivali, non ci sarà una faccia più studiata e ricordata della sua. Ecco perché più che sorridere Breivik è un uomo in posa: con l’ aria beata e fiera si offre agli artisti che riprodurranno la sua espressione al museo delle cere. Certo, sono infinite le vie della follia, ma la strada che ha scelto Breivik è quella della giocondità, della semplicità. I suoi libri cult per esempio, Kafka e Orwell e Machiavelli e ovviamente la Bibbia, sono anche i nostri, e noi che li abbiano letti sappiamo bene che li possono leggere anche i cretini, che sono pensieri che in mano ai cretini possono degenerare. Il killer disegnato da Tarantino citava il profeta Ezechiele, quello di John Lennon aveva in tasca il giovane Holden… In mano a un cretino anche la perfezione diventa storta, anche il sublime diventa fango. In mano a un cretino, Leopardi non è più un poeta ma un gobbo rancoroso. Anche gli incubi di Breivik sono gli stessi che circolano su tanti nostri giornali: la sua mente, il suo progetto e ora l’ esibizione della sua felicità, più che degenerazioni naziste sembrano degenerazioni delle invettive di Oriana Fallaci e dei suoi pessimi seguaci. E non c’ è bisogno di andare in manicomio per trovare giovanotti convinti che Marx e l’ Is l a m a b r a c c e t t o s t a n n o distruggendo il cristianesimo e l’ Occidente. Basta girare un po’ su Internet, leggere editoriali, comprare bestseller. Davvero il sorriso del giocondo dopo lo spaventoso eccidio è il sorriso di un cretino. E forse è cosi che bisogna leggere quella sua faccia candida, forse è così che dobbiamo decrittare la sua orribile storia, con il codice della cretinocrazia. Ecco cosa ci dice il suo sorriso, ecco cos’ è il mostro: uno spaventoso, fantasmagorico, tragico, colossale cretino.
– FRANCESCO MERLO
Fonte:http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/26/il-sorriso-del-mostro.html
Lug 30
IL SORRISO DEL MOSTRO
26 luglio 2011 — pagina 1-29 sezione: PRIMA PAGINA
CONCEDE al fotografo il suo sorriso giocondo, un sorriso insinuante, ammiccante, compiaciuto, ed è la prova che non bisogna credere alle facce, che i mostri non sono mostruosi. Che Lombroso aveva torto e che la fisiognomica non è una scienza. Visto così, dal finestrino dell’ auto che lo porta in tribunale, Breivik è l’ uomo più contento del mondo, soddisfatto di sé, non ha nulla di torvo o di arrabbiato, non ha la tenebrosità del diavolo né quegli occhi di ghiaccio che molti gli hanno attribuito senza neppure guardarlo in faccia. È felice di star lì, di essere diventato famoso, pensa di avere agito bene, di meritarsi finalmente gli occhi del mondo. Ed è moderno, Breivik, perché è l’ apoteosi di Andy Warhol, del favoloso criminale che si è scolpito nel marmo il suo quarto d’ ora di popolarità, ha trasformato i suoi quindici minuti in un’ eternità. E dunque sorride perché sa che la sua faccia e il suo sorriso resteranno indelebili nella storia e cancelleranno la faccia dell’ uomo che ha ammazzato Kennedy, la faccia dell’ attentatore del Papa e del killer di Versace, il norvegese è sicuro di non avere rivali, non ci sarà una faccia più studiata e ricordata della sua. Ecco perché più che sorridere Breivik è un uomo in posa: con l’ aria beata e fiera si offre agli artisti che riprodurranno la sua espressione al museo delle cere. Certo, sono infinite le vie della follia, ma la strada che ha scelto Breivik è quella della giocondità, della semplicità. I suoi libri cult per esempio, Kafka e Orwell e Machiavelli e ovviamente la Bibbia, sono anche i nostri, e noi che li abbiano letti sappiamo bene che li possono leggere anche i cretini, che sono pensieri che in mano ai cretini possono degenerare. Il killer disegnato da Tarantino citava il profeta Ezechiele, quello di John Lennon aveva in tasca il giovane Holden… In mano a un cretino anche la perfezione diventa storta, anche il sublime diventa fango. In mano a un cretino, Leopardi non è più un poeta ma un gobbo rancoroso. Anche gli incubi di Breivik sono gli stessi che circolano su tanti nostri giornali: la sua mente, il suo progetto e ora l’ esibizione della sua felicità, più che degenerazioni naziste sembrano degenerazioni delle invettive di Oriana Fallaci e dei suoi pessimi seguaci. E non c’ è bisogno di andare in manicomio per trovare giovanotti convinti che Marx e l’ Is l a m a b r a c c e t t o s t a n n o distruggendo il cristianesimo e l’ Occidente. Basta girare un po’ su Internet, leggere editoriali, comprare bestseller. Davvero il sorriso del giocondo dopo lo spaventoso eccidio è il sorriso di un cretino. E forse è cosi che bisogna leggere quella sua faccia candida, forse è così che dobbiamo decrittare la sua orribile storia, con il codice della cretinocrazia. Ecco cosa ci dice il suo sorriso, ecco cos’ è il mostro: uno spaventoso, fantasmagorico, tragico, colossale cretino.
– FRANCESCO MERLO
Fonte:http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/26/il-sorriso-del-mostro.html