Dall’invenzione romantica dell’artista-genio molti critici hanno detto che conta soltanto il testo. Eppure mai come oggi il volto di chi scrive pesa su ciò che crea
Provate un po’ a immaginare cosa succederebbe se uno studioso fuori di testa riuscisse a dimostrare che La breve e felice vita di Francis Macomber non fu scritto da Hemingway.
Il famoso racconto, infatti, è da addebitare alla mano di un certo Sheldon Peppiard, ingegnere del Mid West oltre che irredimibile nerd: occhialoni, apparecchio per i denti, brufoli, spalle recline coperte da una generosa nevicata di forfora. Non solo quel racconto, ma anche gli altri quarantotto. Di più: persino i romanzi. Fiesta, Addio alle armi, Il vecchio e il mare… Il caro Ernest si è limitato a donare viso corpo e generalità a quella virilissima opera. E ha avuto il buongusto di togliersi la vita al momento giusto: quando il buon Sheldon, trasformato in un vegetale da un ictus, non ha potuto più fornire la materia prima a una così fascinosa controfigura.