Recensione
Gad Lerner, Scintille. Una storia di anime vagabonde, Feltrinelli, 2009, pp. 222. Euro 15,00
Un libro appassionante, questo intenso ”Scintille” di Gad Lerner, un personaggio reso famoso dalle sue tante trasmissioni televisive ma che in questa sua storia ripercorre a ritroso il cammino che dai nonni della Galizia yiddish, al padre nato in Palestina, alla madre libanese, lo ha fortunosamente condotto a divenire cittadino italiano.
Placare il suo “malessere interiore”, quel “mal de vivre” di qualcuno che sente necessario ricostruire le varie anime che convivono in lui e che derivano dalle differenti radici familiari: questo lo scopo del suo viaggio intrapreso attraverso i vari paesi della sua storia familiare.
Penetrare nel suo “gilgul” familiare, ricercare una serenità che plachi le anime vagabonde e ricomporre le varie “scintille di anime” attraverso un lungo viaggio nei luoghi dei Lerner e dei Taragan superando quell’immenso dolore che non ha permesso a queste famiglie di fare i conti con la loro storia.
Il viaggio compiuto da Lerner nei vari paesi della geografia familiare si conclude al confine fra Libano e Israele laddove i soldati italiani sono presenti e questo permette quasi una ricomposizione delle sue varie nazionalità.
La conclusione del libro e l’intima convinzione del suo autore sono racchiuse in questa frase: “ non troverò mai la mia identità, non troverò le anime vagabonde frugando in una fossa comune di settant’anni fa “come dire che dopo aver attraversato tanti paesi alla ricerca di luoghi ormai spariti o del tutto trasformati, dopo aver cercato le tracce di vite vissute in altre epoche ormai lontane, Lerner deve riconoscere che il lavoro da fare è in sé stesso, piuttosto che procurarsi altro dolore e frustrazione nella ricerca di una memoria che può divenire un’ossessione.
La produzione letteraria sulla Shoah è immensa ma il testo di Lerner ha il fascino dei paesi che attraversa per cercare di ricostruire la sua storia familiare, ha il sapore di terre lontane, come la galiziana Leopoli o più vicino a noi, come quelle mediterranee, ha la facoltà di rievocare gesti e abitudini di persone che non sono poi molto diverse dai nonni Lerner O Taragan.
E’ un libro che fa pensare, che commuove e che ci permette di capire, attraverso una storia familiare, i dolori, i conflitti ed i rancori delle generazioni che non hanno direttamente subito l’orrore della Shoah ma che ne sono state ugualmente vittime. Paola Antoni