A ground zero più di tremila persone hanno commemorato gli attentati alle Torri Gemelle che cambiarono la storia degli Stati Uniti. Obama e George W. Bush per la prima volta insieme sul luogo della tragedia. Il sindaco Bloomberg: “E’ tempo di guardare avanti”
La bandiera del World Trade Center durante la commemorazione a Ground Zero
NEW YORK – Il cielo terso, esattamente come quella mattina di dieci anni fa che ha cambiato la storia degli Stati Uniti. E migliaia di persone, arrivate a ground zero sin dalle prime ore del mattino, con in mano la foto dei propri cari scomparsi, in una città blindata per l’allarme di una possibile azione terroristica: New York si è fermata per ricordare l’11 settembre, nel decimo anniversario degli attentati terroristici che hanno causato la morte di quasi tremila persone e lasciato una ferita indelebile in chi è sopravvisuto.
Oltre a Manhattan, l’11/9/2001 furono colpiti anche il Pentagono la Pennsylvania, dove si sono tenute altre cerimonie, ma tutto il Paese si è simbolicamente raccolto sulle macerie del World Trade Center, dove, nell’appuntamento centrale della giornata, il presidente Barack Obama e George W. Bush, leader all’epoca degli attentati, insieme alle mogli Michelle e Laura, si sono trovati per la prima insieme. Fianco a fianco, ad abbracciare i parenti delle vittime, a ricordare in silenzio chi ha perso la vita alle torri gemelle.
Una cerimonia sobria, ritmata da letture e poesie recitate davanti al “Survivor Tree”, l’albero sopravvissuto alla tragedia e diventato il simbolo della rinascita. Scandita da cori, dai rintocchi della campana, da sei minuti di silenzio, osservati alle 08:46 e alle 09:03, quando i due aerei si schiantarono contro le due torri; poi, per segnare gli attacchi a Washington Dc e lo schianto di un aereo dell’United Airlines, rispettivamente alle 09:36 e alle 09:59. Infine alle 10:03 e alle 10:28 quando le due torri crollarono. E accompagnata dalla musica di Bach suonata dal violoncellista Yo-Yo Ma, dalla chitarra di James Taylor, e da Paul Simon, che ha cantato “The Sound of Silence”, in uno dei momenti più toccanti della giornata.
Oggi sui crateri delle Twin Towers sorgono due enormi fontane quadrate, con incisi i nomi di tutte le vittime, che, come ogni anno, sono stati letti sul podio da amici e parenti, accompagnati da ricordi personali. Una lenta, straziante recita, in cui si sono uditi anche molti nomi italiani, come quello di Laura, una ragazza di 23 anni che lavorava al World Trade Center, ricordata dalla madre in lacrime: “Laura, ti voglio bene”. Persone che non ci sono più ma che rimangono nel cuore di chi non li ha dimenticati e non lo farà mai. Come Peter Negron, che lavorava all’88esimo piano delle Torri, ricordato dal figlio. “Mi manca mio padre, mi è mancato il fatto che non mi abbia insegnato a guidare o che non ci fosse quando ho preso il diploma”, ha detto emozionato dal palco.
Moltissimi anche i bambini a ground zero: sul palco, a leggere i nomi dei parenti scomparsi, o affacciati sulle fontane, a toccare i nomi delle vittime incise, a ricalcarli su fogli di carta, a poggiare rose rosse sul memoriale.
Per proteggere la cerimonia è stato disposto un servizio di sicurezza molto severo, alla luce della minaccia di un possibile attentato di cui hanno parlato i responsabili dell’intelligence, ritenendola “credibile”. La paura, però, non ha modificato il piano ufficiale della giornata.
“L’America oggi è più forte”, ha detto Obama nel suo discorso radiofonico alla nazione alla vigilia dell’anniversario. A ground zero, protetto dietro lo schermo anti-proiettile, il presidente ha letto il salmo 46 della Bibbia: “Dio è il nostro rifugio e la nostra forza, il nostro aiuto nelle tribolazioni. Fa cessare le guerre fino agli estremi confini della terra. Pertanto non avremo paura anche se la terra venisse spazzata via e le montagne venissero trasportate in mezzo al mare”.
Anche il sindaco, Michael Bloomberg, ha preso la parola, ricordando il giorno “in cui un cielo di un blu perfetto si tramutò nella più scura delle notti”. George W. Bush ha letto una lettera inviata da Abraham Lincoln ad una vedova che aveva perso 5 figli nella guerra civile, strappando un timido accenno di applauso, l’unico durante gli interventi ufficiali. “L’America non sarà mai distrutta dall’esterno. Se vacilleremo e perderemo le nostre libertà, sarà perché noi abbiamo distrutto noi stessi”, ha detto. Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco del 2001, Rudolph Giuliani, l’ex governatore dello stato di New York, George Pataki, e l’attuale, Andrew Cuomo.
New York e tutta l’America si sono stretti nel ricordo, commossi. Da ground zero, Obama e la moglie Michelle sono volati in Pennsylvania per presenziare alla cerimonia di Shanskville e poi a quella di Washington, al Pentagono. Dieci anni sono passati, il mondo è cambiato e “Al Qaeda va verso la sconfitta”, ha ricordato il presidente alla vigilia dell’anniversario. Ed è tempo di guardare avanti, ha aggiunto il sindaco Bloomberg. New York sembra dargli ragione: il cantiere di groud zero è in pieno fervore, lower Manhattan, ridotta dieci anni fa ad una landa semideserta, è tornata a vivere: nuovi palazzi sono sorti sulle macerie, negozi e uffici hanno riaperto. E il National September 11 Memorial è finalmente pronto per essere presentato al pubblico.
(11 settembre 2011) © Riproduzione riservata
Fonte:http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/11/news/11_settembre_dieci_anni_dopo-21519314/