DEAUVILLE – Il giorno dopo la sue frasi al presidente Usa Obama (“In Italia c’è una dittatura dei giudici”) Berlusconi va a muso duro davanti alla stampa. “In Italia non è più tollerabile l’interferenza di alcuni magistrati della pubblica accusa nei confronti dei rappresentanti del popolo democraticamente eletti”, ha detto ai giornalisti al termine del G8 di Deauville, in Francia. E all’inviato di Repubblica che gli ha domandato con quanti leader del G8 avesse parlato, il premier ha risposto: “Non solo con Barack Obama: ho parlato con tutti i leader del G8. Era mio dovere informarli su quello che su succede in Italia” e ha rievocato “le 24 accuse nei miei confronti cadute nel nulla”. E poi, l’attacco: “È scandaloso che voi non vi scandalizziate per le 24 accuse che mi riguardano cadute nel nulla e che continuiate ad amplificarle. Mi permetto di dire ancora una volta ‘vergognatevi'”. Dopo aver spiegato che non avrebbe accettato il contraddittorio su questo argomento, ha aggiunto: “Era mio dovere spiegare all’estero che dai pm arrivano interferenze intollerabili nella vita politica” e che “è fondamentale che si sappia a quale persecuzione sono stato sottoposto”, ha detto Berlusconi. Si deve conoscere, ha aggiunto, anche “il tentativo di colpirmi, anche sotto il profilo patrimoniale, con la sola logica di togliermi dalla scena politica per aiutare quella sinistra che non è riuscita con il responso delle urne”. Poi ha continuato: “Ho
visto i titoli di alcuni giornali che hanno dato ampio risalto ad una mia conversazione con Obama” di cui è stato “riportato solo un frammento fuori dal contesto di un ragionamento più ampio. Ho letto sui giornali che ci sarebbe stato distacco da parte del presidente americano nei miei confronti. È falso, mi ha mostrato grandissima cordialità, amicizia e sostegno. È mio preciso dovere – ha aggiunto – ogni volta che mi trovo in un contesto internazionale spiegare quale sia la situazione in Italia anche di quelle vicende che possono minare la credibilità” dell’Italia. Parlando della dittatura dei giudici di sinistra in Italia, ha detto ancora, “ho difeso l’istituzione presidente del Consiglio”. Infine: “Quando torno in Italia volentieri tornerò sul tema della giustizia perché ritengo fondamentale che si sappia a quale persecuzione vengo sottoposto” e del “tentativo di aggredirmi anche sotto il profilo patrimoniale con una sentenza fuori da ogni logica, se non quella di favorire il mio avversario politico”. Infine l’annuncio: ”Si continua ancora con il tentativo di togliermi dalla scena politica con una sentenza e aiutare così quella sinistra che non ci è riuscita con il responso delle urne. Io non abbandonerò la politica, fino a quando in Italia non ci sarà una riforma giusta”.