L’etnologo francese sceglie un dramma molto attuale per il primo romanzo: un pensionato impoverito che vive per strada
Si sa che i nuovi poveri sono i vecchi ceti medi. Come il protagonista di Diario di un senza fissa dimora, il primo romanzo o l’ultimo saggio del grande etnologo francese Marc Augé. Lui preferisce chiamarlo «etnofiction» e diciamo che in effetti il libro si legge come un romanzo e dà da pensare come un saggio.
Fonte: http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/news/articolo/lstp/425937/