Perché il Corano è diventato un Vademecum per questa “gente”?
Perché le loro letture del testo coranico sono letterali, le loro interpretazioni sono atemporali, antistoriche, fuori dal tempo e dallo spazio. Nel Corano si trova di tutto e il contrario di tutto senza un filtro filologico. Si trovano versetti che giustificano i loro crimini e le loro azioni, versetti decontestualizzati dal loro contesto storico ed antropologico; disumanizzano la storia e la caricano
di significati astratti, distaccati dalla realtà e privi di ogni logica e senso critico.
Perché l’islam politico rimane ambiguo ed artefice di un passato che non passa mai, un passato idealizzato, sacralizzato, glorificato ed ampiamente mistificato, costruito sui silenzi, tabù ed i non – detti!
Il linguaggio sfugge ad un’analisi filologica in grado di mettere ordine nelle parole per separare la ragione dalla fede e umanizzare la storia, decriptare le zone d’ombra di un immaginario collettivo malato e pervertito che incide sui miti e come sappiamo, i miti fondano le società umane e danno un senso al vissuto di ciascuno.
Le parole, come gli uomini che le usano nella vita quotidiana, sono frutto della storia e dell’opera dell’uomo artigiano del proprio destino. L’Islam odierno ha bisogno di ripensare e di rifondare il proprio linguaggio ed il proprio pensiero adottandolo ai nostri tempi.
Ahmed Habouss