“Amore e Psiche” di Canova LA caverna degli istinti: è così che penso di chiamare la regione dell’inconscio dove gli istinti si agitano senza che il nostro io, cioè la nostra coscienza, sia consapevole del come e del perché: una caverna, un luogo oscuro dove affondano le radici della nostra natura.
La coscienza non ignora l’esistenza degli istinti e del resto tutte le lingue, non solo le moderne ma le antiche e le antichissime di tutto il pianeta conoscono e pronunciano quella parola e la mente ne pensa il concetto. Lo pensa, sa quanto gli istinti determinano la volontà, intuisce la loro sotterranea e continua tessitura dalla quale emerge la figura che chiamiamo Psiche.
Anche la Mente è una figura pensata e immaginata. Psiche regna nella caverna oscura dell’inconscio, la mente nel mondo luminoso della razionalità. Ma le radici della mente scendono fino alla caverna degli istinti e questi a loro volta pervadono ogni cellula del nostro organismo corporale, viaggiano sui fasci nervosi, arrivano con la velocità della luce alle mappe neuronali del tessuto cerebrale. La dialettica tra la natura dionisiaca e quella apollinea è stata elaborata dalla cultura dei Greci ed è ancor oggi un modo appropriato per descrivere la duplicità della nostra specie.