Così scorrono fiumi di denaro nell’Italia dell’illegalità

Così scorrono fiumi di denaro nell'Italia dell'illegalità

Nunzia Penelope

L’ILLEGALITA’ è il male più corrosivo del nostro tempo, una deriva che depaupera la collettività delle ricchezze comuni, una piaga che sottrae a tutti i cittadini risorse, benessere e futuro. E’ una radiografia scioccante quella che Nunzia Penelope, giornalista e scrittrice esperta di economia illegale, ha messo insieme in Soldi rubati (Ponte alle grazie) un’inchiesta completa su quanto ci costano la corruzione, la criminalità, l’evasione fiscale e i crac finanziari che nutrono il tessuto fuorilegge nel nostro Paese. Una cifra enorme, oltre 400 miliardi di euro l’anno, a tanto ammonta il giro d’affari dell’economia nascosta in Italia, ben quindici volte quello che vale la “casta” della politica, quantificata in “soli” 25 miliardi di euro.

Le fonti utilizzate da Nunzia Penelope sono documenti ufficiali e provengono da centri studi di accertato prestigio e da relazioni governative. Materiali abilmente declinati e intrecciati, per ricostruire in modo completo e accattivante il cammino di questo sconfinato fiume di danaro che scavalca il fatturato (già enorme) della criminalità organizzata e comprende e quantifica le ruberie dei colletti bianchi per un totale superiore al Pil di molti Paesi del mondo. Ed è impressionante leggere come, accanto a un’Italia eternamente impegnata nella sfida di far quadrare il bilancio, dove la produttività non decolla, il lavoro scarseggia (cifre alla mano, l’Istat ci dice che solo nel 2009 sono andati persi 532 mila posti di lavoro e che un quarto degli

italiani vive alle soglie della povertà) e dove la vita collettiva viene penalizzata dai continui tagli imposti alla scuola, alla sanità, alla ricerca, alla cultura e al welfare in generale, prolifichi invece l’economia fondata su una lunga lista di reati che corre parallela a quella legale, al Nord come al Sud, senza più alcuna differenza geografica.

Impressionante la fotografia di come è messo in ginocchio il Paese: 180 sono i miliardi del capitolo evasione e corruzione, 150 quelli nascosti e sottratti alla comunità con il riciclaggio di denaro sporco e gli affari malavitosi, 135 quelli fatturati da mafia, ‘ndrangheta e camorra insieme, una somma doppia e anche tripla rispetto alle tre principali società quotate in Borsa, 18 quelli persi in termini di mancata produzione grazie alla contraffazione. Mentre i comuni e gli enti locali italiani sono indebitati per 62 miliardi, pari a 1.300 euro per abitante. Cifre “fredde” che denunciano tutte le forme possibili di illegalità economica, dal business legato alla grande criminalità organizzata, alle ecomafie che distruggono l’ambiente, fino ai profitti neri dei colletti bianchi spesso costellati di morti sul lavoro. Numeri che danno corpo a un’analisi impietosa a prova di come la malaeconomia  può divorare la ricchezza nazionale. Dietro alle cifre, se non una soluzione, almeno un suggerimento: se solo si riuscisse a tornare a livelli “fisiologici” di illegalità, avremmo finalmente un Paese più sano e migliore.

Soldi rubati è un libro utile, che apre una finestra su una realtà percepita eppure sconosciuta nei dettagli e, cifre alla mano, fa comprendere che solo la cultura delle regole e una nuova etica fra i cittadini, nella politica e nell’economia potrà salvare il mondo.

Repubblica

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