150 anni di “luoghi comuni” e vincono davvero i peggiori

Se interpreto bene il voto dei lettori di “Repubblica”, su quali stereotipi nazionali siano più appetibili (e perciò gettonabili), ben quattro delle prime sei posizioni in classifica sembrerebbero occupate dal peggio del peggio: mafiosi (15%), “pizzettari” (11%), mammoni (8%), qualunquisti (7%). Al primo posto, però, l’arte di arrangiarsi (17%); al settimo l’attività, fiorentissima e praticatissima, del gesticolare (6%); al quarto il mito, resistente malgrado il Ventennio, di quanto sia brava la gente italiana. A seguire i sempreverdi gattopardi (5%), la dolce vita e le tangenti (4%), i casanova e i mandolini (3%); in coda terroni e polentoni, dritti e fessi, pinocchi e fantozzi, pulcinella e vitelloni. Venti parole da rivivere insieme attraverso i mezzi che, più degli altri, le hanno rese immortali: la televisione e il cinema.

MASSIMO ARCANGELI

Print Friendly, PDF & Email